Mi è stato richiesto di recensire la settimana al Camp.
Richiesta assurda tanto quanto lecita.
Assurda perché penso sia impossibile recensire la pienezza provata, la felicità vissuta. Lecita perché delle cose belle bisogna parlarne.
L’adrenalina del viaggio è immensa, ti occupa ogni spazio della mente, ti impedisce di stare calmo, ti fa muovere ogni muscolo.
Poi ci sono i « ciao, piacere mi chiamo… » che presto si trasformano in « amo mi presti lo shampoo?» oppure « passami tu la piastra che sei più brava ».
Il numero di stanza che all’inizio non riesci a ricordare, poi diventa parte di te. Il numero che ti identifica, il numero di cui vai fiero, il numero della camera in cui, alla fine della vacanza, dimentichi il cuore. Sono indescrivibili le amicizie che nascono e che speri non muoiano mai. Le notti passate a ridere e gli sforzi vani per cercare di smettere. Le camminate stancanti e appaganti ti fanno sentire vivo, connesso alla natura. Gli arrivederci che preghi non siano addii. Il sentirsi parte di una grande famiglia.
È il posto in cui i difetti diventano peculiarità, non limiti.
È il posto in cui si può parlare delle paure, senza il timore di essere giudicati. È il posto in cui puoi ridere, cantare a squarciagola, correre, piangere, IMPARARE.
È il posto in cui si vince la timidezza.
Non è semplice “recensire’’ dall’esterno l’esperienza, va semplicemente vissuta per poter essere compresa appieno.
Diventa parte della tua storia.
È tempo che togli alla tristezza, al vuoto e all’apatia. Fare il Camp significa sentirsi vivi.
– Natalie